Lo studio Gallenca, la cui attività è caratterizzata da una certa eclitticità in relazione alla variegata esperienza professionale dell’Avv.to Giuseppe Gallenca, incentra – principalmente – la propria attenzione sui fenomeni giuridici che ruotano attorno alla Pubblica Amministrazione occupandosene nel più ampio spettro e cercando di valorizzare a tal fine le specifiche attitudini ed esperienze degli avvocati che lo compongono.

L’attività è prestata a favore di Enti Pubblici, di società e di privati ed è svolta sia in campo amministrativistico (Giudici Amministrativi, Corte dei Conti e Giudice Ordinario) che penalistico.

Il secondo settore è, oggi, essenzialmente incentrato sui problemi di diritto penale collegati alla Pubblica Amministrazione, se pur con significative digressioni in altri ambiti (recentemente è stato affrontato il problema del consenso informato in campo chirurgico), in conseguenza dell’esperienza maturata nei primi venti anni di attività professionale.

Fra le questioni di più ampio respiro affrontate negli anni si segnalano – in campo amministrativistico – svariate impugnative di regolamenti comunali del Comune di Torino, la tutela dei controllori di gioco del Casinò di S. Vincent contro la Regione Valle d’Aosta, l’impugnativa dei risultati delle elezioni comunali del Comune di Torino nel 1993 che portò al riesame e riconteggio delle schede elettorali, la tutela di Comunità Montane e Comuni con riferimento alla individuazione dei confini del parco Nazionale del Gran Paradiso, il patrocinio di Associazioni ambientalistiche in controversie di carattere ambientale.

Ha trattato alcune delle prime cause nelle quali la magistratura amministrativa ha concesso provvedimenti cautelari come meramente sospensivi.In campo penalistico lo studio Gallenca presta assistenza a pubbliche amministrazioni e ad amministratori, elettivi o di carriera, nonché a privati che si trovino coinvolti in problemi penali afferenti all’Amministrazione Pubblica.

Fra le questioni di maggior rilievo ha fatto parte del collegio di difesa nel procedimento fra i così detti affitti d’oro della Regione Piemonte, è stato difensore di amministratori del parco Nazionale del Gran Paradiso relativamente a vicende connesse con la determinazione dei confini del parco stesso, ha difeso presidenti di USL e Sindaci.

E’ stato tra i primi ad ottenere un ripensamento della Suprema Corte di Cassazione per quanto riguarda la configurazione dell’art. 353 cp dopo i revirement dei primi anni ’90 sull’argomento.

Per quanto attiene alla esperienza maturata in campo penalistico extra-amministrativo si segnala la partecipazione, quale patrono di parte civile, al processo contro Prima Linea e – quale difensore – al processo contro il clan dei Catanesi.

In precedenza, nei secondi anni settanta, si era trovato ad affrontare con successo alcuni casi di reato aberrante e di eccesso colposo in situazioni scriminanti.

In questi ultimi anni è stato, altresì, difensore dell’imputato in un processo che affrontava il problema del c.d. consenso informato agli interventi chirurgici.