L’assegno sociale è una misura di importanza fondamentale per chi, non più giovane, si trovasse senza lavoro, senza pensione e senza risorse per attivare altre fonti di reddito. Purtroppo una certa percentuale di domande inoltrate all’INPS viene respinta. È bene informare che è possibile fare ricorso, in questi casi. Ed è bene muoversi subito, sulla via più sicura, perché i tempi utili sono limitati.
Cos’è l’assegno sociale?
Con il compimento del 67esimo anno di età, il cittadino italiano o straniero che abbia determinati requisiti (economici e non solo) ha il diritto di ottenere dall’INPS l’assegno sociale, cioè un importo corrisposto mensilmente che va da un minimo (per il 2021) di 460,28 euro per 13 mensilità.
La richiesta va effettuata all’INPS, allegando la documentazione che attesti la indisponibilità economica e l’assenza di altre fonti di reddito.
Perché l’INPS può rigettare la domanda?
Non è raro che l’INPS rigetti la domanda, per svariate ragioni. Ad esempio:
· la pretesa presenza di altre fonti di reddito
· la presenza di famigliari che possano provvedere al sostentamento della persona indigente
Come fare ricorso, in caso di rigetto della domanda?
Il rigetto della domanda è sempre impugnabile: i tempi e le modalità di ricorso devono essere indicate nel provvedimento di rigetto.
Esiste la possibilità di un autonomo ravvedimento dell’INPS. Tuttavia è bene sapere che la strada più efficace per ottenere l’assegno sociale è quella giudiziaria, con un procedimento che in questi casi è anche molto rapido.
È quindi opportuno, in questi casi, contattare al più presto un avvocato specializzato in diritto amministrativo.
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